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Swiftech Komodo-R9 LE, il fullcover per 290x/290 è di lusso! - Test Prestazionali

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Test Prestazionali

Per eseguire i test abbiamo utilizzato i seguenti programmi:

  • Uningine Valley Benchmark 1.0
  • Battlefield 4

Per ogni test abbiamo registrato i dati tramite Aquasuite prima dopo e durante l’esecuzione di ogni test e in seguito costruito dei grafici tenendo presente la temperatura ambiente e la temperatura all’interno del nostro case Enthoo Primo e abbiamo adattato le temperature massime rilevate.

 

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Il test Uningine Valley è stato lasciato in esecuzione per 30 minuti e queste sono le temperature massime rilevate sia con le frequenze di clock di fabbrica, sia con il profilo overclockato che ricordiamo oltre a un core clock portato a 1150 MHz ha previsto un aumento del voltaggio fino ad 1,2V, questo per mettere alla prova anche e soprattutto i VRM della scheda video.

 

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Come si può vedere dai grafici la differenza di temperature è abissale, ma non potrebbe essere altrimenti trovandoci di fronte a una delle schede più “calorose” sul mercato e ad una versione reference del dissipatore ad aria.
Non potendo fare per il momento una comparativa con altri waterblock (almeno per lo stesso modello di ogni scheda) in ogni caso possiamo sicuramente affermare che le temperature fatte registrare dallo Swiftech Komodo sono più che soddisfacenti per un fullcover.

 

Ottime davvero quelle sul core della GPU e notevole il lavoro fatto per quanto riguarda i VRM2, temperature praticamente più che dimezzate! Sui VRM1 c’è un notevole miglioramento delle temperature e seppur ci potevamo aspettare temperature ancora più basse dobbiamo in primis sottolineare, come risaputo per altro, che la sezione di alimentazione di questa serie di schede AMD Radeon R9 è davvero molto impegnativa da raffreddare. Anche con un buon overclock, la scheda riesce ad esprimere tutto il suo potenziale senza incorrere in cali di frequenza dettati dal superamento del limite di temperatura o del power limit che possiamo tranquillamente aumentare fino al massimo consentito. In ogni caso avere 60°C gradi sui VRM è un ottimo risultato, considerando che questi componenti possono lavorare anche oltre i 100°C. Anche se ci potevamo aspettare temperature nell’ordine dei 45-50°C sui VRM1 ai fini pratici (che sono poi quelli che contano) non sarebbe cambiato davvero nulla.

 

Abbiamo poi testato la scheda in una sessione di un’ora e mezza con Battlefield 4, cercando quindi di simulare uno scenario daily che si può avvicinare il più possibile a quello di un utente medio, che non passa certo la giornata a fare pesanti stress test oppure benchmark. Per questo motivo abbiamo anche abbassato il regime di rotazione delle ventole a 1000RPM e anche la velocità della pompa portandola al 75%, in modo da ottenere emissioni acustiche davvero contenute, ma ovviamente con un leggero calo prestazionale del sistema di dissipazione, considerando che nel loop è presente anche un 4770k (tenuto a frequenze stock per non gravare troppo sull’impianto a liquido) e che in un gioco come Battlefield 4 multiplayer è parecchio stimolata rispetto ad un benchmark come l’Uningine Valley

 

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I risultati anche in questo caso sono molto soddisfacenti, il waterblock si comporta bene anche ad un flow rate più basso e le temperature non risentono più di tanto della diminuzione degli RPM delle ventole sulla superficie dissipante del radiatore (un triventola da 120mm) che è praticamente al limite in questa condizione di utilizzo (c’è stato un aumento di 3°C netti sulla temperatura del liquido dell’impianto).

Ovviamente questo aspetto riguarda marginalmente il waterblock utilizzato ma spetterà poi all’utente finale adeguare la massa radiante ai watt da dissipare; come sempre cerchiamo di fornire nei nostri test anche un dato che può essere verificato anche dall’utente medio. Riteniamo che testare un fullcover con un radiatore da 560 unito a ventole industriali da 38mm e 3000rpm non fornisce dati replicabili poi in uno scenario “consumer”.

In ogni caso in questo test il dato positivo è che comunque il waterblock si comporta davvero bene anche a flow rate non altissimi.

 

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